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"La Rondine" fatica a spiccare il volo

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Cinque minuti di applausi, invigoritisi solo allo sfilare a centro palco del tenore Salvatore Cordella, hanno segnato ieri sera, sabato 22 novembre, il debutto della Stagione Lirica del Teatro del Giglio che, con la rappresentazione dell'opera pucciniana “La rondine”, dà il via alla manifestazione “Lucca Puccini Days”, un calendario ricco di iniziative musicali e turistiche dedicate al Maestro tra le quali spiccano  l’esecuzione di due inediti e la presenza sul palcoscenico dello Steinway & Sons ad egli appartenuto.

Tante e grandi erano le aspettative createsi intorno a questo evento fortemente voluto da tutti, ricco di nomi importanti, e per cui il Direttore Artistico Aldo Tarabella, nella conferenza stampa di presentazione,  aveva speso le sue più entusiastiche parole e sentiti ringraziamenti. Aspettative che, forse perché troppe, sarebbe ipocrita affermare esser state confermate.

Massimiliano Stefanelli, maestro direttore, la cui dedizione e scrupolosità lo avevano spinto, come poco spesso accade,  a presenziare, sin dalla prima, a tutte le prove de “La Rondine” dirigendo i vari allievi dell'Istituto Musicale L.Boccherini, alternatisi al pianoforte per accompagnare i cantanti nell'ambito del progetto per maestri collaboratori, ha diretto e “addomesticato”, anche troppo, una straordinaria e generalmente vivace Orchestra della Toscana.

Probabilmente anche a causa delle difficoltà logistiche che hanno costretto Stefanelli, che tutti ricordiamo sul podio dell'Aida di Zeffirelli nel centenario verdiano, a dislocare gli orchestrali in ogni angolo del teatro (diversi musicisti non entrando nella fossa hanno suonato dai palchetti laterali), l'esecuzione dell'opera è risultata musicalmente compressa nelle dinamiche e dunque a tratti piatta. Certamente più frizzante fu quella diretta nel 2008 dalla bacchetta di Giuliano Carella, in particolare nel primo atto.

Primo atto in cui purtroppo anche la celebre Maria Luigia Borsi, affermato soprano di indiscusso talento, nel ruolo di Magda, non si è certo esibita in una delle sue migliori performance. Fiati corti ed un'intonazione talvolta incerta negli attacchi l'hanno fatta apparire in diversi passaggi un po' a “caccia” della nota.

Degno dei ricevuti applausi invece, più per la voce che per il migliorabile aspetto recitativo,  l'acclamato tenore salentino Salvatore Cordella, la cui voce potente e ricca di armonici, ha ben vestito i panni di Ruggero risvegliando un pubblico sopito.

Francesco Marsiglia, nell'interpretazione del poeta Prunier, conferma come sempre la sua professionalità, facendo quel che deve fare.

Migliora l'ensemble nel secondo atto, anche grazie all'incantevole quartetto tratto da “Sogno d'oro”, ninna  nanna composta da Puccini nel 1912, e rielaborata all'interno de “La rondine”.

Ma un particolare plauso va certamente alle scene ed ai costumi che, grazie alla maestria della lucchese Rossana Monti, concreta e tradizionale, fatta di legno e disegno, hanno saputo diventare corpo inscindibile dalla regia, affidata ancora una volta a Gino Zampieri (storico fondatore del Teatro dell'Archivolto), e regalare agli spettatori una serata di vera, romantica, poesia. Gabbie dorate, terrazze sul mare, spazi metafisici che, pur richiamando  Parigi e lo stile Liberty, restano a mezz'aria, eterea rappresentazione dei contrastanti sentimenti che caratterizzano, in totale antitesi, i diversi atti dell'opera e che ben vengono sottolineati anche dai costumi, dapprima più austeri, spenti e scuri, poi color pastello, sino a ravvivarsi nella chiarezza dei colori che, nel terzo atto, ne vogliono rappresentare l'essenzialità.

Che dire? Certamente ci si sarebbe aspettati qualcosa di più da quella che era l'apertura di un cartellone su cui la città ha investito tempo, soldi ed energie, ma, slegando la serata dal più ampio contesto, la commedia lirica valeva certamente la pena di esser ascoltata e, ancor di più, di esser vista.

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